valle della bevera

Dopo la ratifica in Commissione Ambiente dell’Intesa Transfrontaliera per la Gestione dei Materiali Inerti tra Regione Lombardia e Canton Ticino  avvenuta lo scorso 10 settembre, anche il Consiglio Regionale si appresta a darne il proprio benestare.

La contestuale approvazione, in commissione,  di una risoluzione che apparentemente tenderebbe  a rendere più  rigorosi i controlli del materiali trattati, di fatto scarica sulla  Regione, ovvero sui cittadini stessi, i costi di tali controlli sui quali, tra l’altro, già ARPA e Finanza a suo tempo ebbero modo di sollevare dubbi di efficacia e fattibilità.
Varese 2.0 ha già avuto modo di dichiarare la sua assoluta contrarietà all’accordo non fosse altro per buonsenso visto che non si capisce per quale motivo si debba continuare a svendere le preziose sabbie della Valle della Bevera (importantissimo luogo da dove viene giornalmente prelevata acqua ad uso idropotabile per circa 220.000 persone) in cambio di rifiuti provenienti da oltre confine per giunta classificati con altri criteri. Per questa ragione potrebbero risultare potenzialmente inquinati con residui di amianto, bentonite, catrame, rifiuti generici e altro.

Come se ciò non bastasse, un’importante esponente della giunta del Comune di Cantello, presieduta dal Presidente della Provincia Gunnar Vincenzi, non più tardi di qualche giorno fa, ha dato la disponibilità per l’installazione di un solo frantoio di rifiuti inerti in Valle della Bevera nei pressi della Cava Valli, proprio sopra le falde delle acque indispensabili a Varese e a tutta l’alta Provincia. E ciò in alternativa ai tre siti previsti dal progetto di RFI, di cui uno di questi comunque situato in area Bevera.

Tutto ciò crea sgomento perché  significa che chi ci amministra non ha ancora ben chiara quale sia l’importanza della Valle della Bevera. E’ infatti dai suoi numerosi e ricchi pozzi che si captano le acque per i cittadini di Varese e dei comuni limitrofi.
Varese 2.0 sottolinea con ulteriore disappunto come l’iniziativa venga posta in essere proprio da chi, in passato, ha contribuito alla salvaguardia della Valle della Bevera con il proprio impegno e contributo diretto.