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   SINDACO/CARI ALLEATI, SIATE LEALI

DANIELE ZANZI – 30/10/2015

Daniele Zanzi

La politica sembra non fare per te: questa frase mi è stata più volte ripetuta da un esponente di primo piano del PD durante le serrate fasi della definizione dell’accordo per le primarie di coalizione del prossimo 13 dicembre. Vedi – mi spiegava – tu sei troppo idealista (come se questa virtù fosse un difetto!): la politica è “un’arte”: quella del compromesso, del saper vedere lontano, del prevedere cosa accadrà e di conseguenza come e con chi allearsi; e ancora: tu non sei fatto per i compromessi;l’intransigenza morale non è una virtù, oggi è una palla al piede, un freno a mano. L’alleanza e la parola spesa possono valere, ma forse domani saranno aria fritta e l’amico di oggi può divenire il nemico di domani o viceversa. In poche parole la politica ridotta a furbizia.

Se la politica si riduce ad astuto trasformismo non fa per me. Non sono così ingenuo da non saperlo. Ma non lo sono al punto di accettare questa logica e di non restarci male! Ho constatato gli effetti di questa “arte” proprio in questi giorni, allorché persone che fino a pochi mesi prima si erano mostrate critiche verso qualcuno, si sono schierate al suo fianco e a suo supporto. D’incanto l’ostacolo da rimuovere è diventato un’autostrada sulla quale correre; l’uomo criticato è divenuto l’amico affidato e affidabile! Tutto questo alla luce del sole, come se fosse la cosa più normale e naturale.

Mi chiedo se siamo noi a sbagliare, io e i miei amici di Varese 2.0; se sbaglia chi tiene fede alla parola data, chi cerca di spendersi nell’interesse della città e non in quella di questa o quella fazione di un partito. Comprendo la frustrazione di una parte – il PD – che da un quarto di secolo esce sconfitta dalle amministrative locali. Non sono mai stato del PD; penso, in onestà, che sarà sicuramente capace di fare meglio di quelli che ci hanno governato fino ad ora.

È però necessario portare al suo interno aria nuova e fresca. In caso contrario, al di là del risultato delle primarie, si preannuncia l’ennesima delusione, quando invece i tempi sarebbero più che maturi per l’auspicato cambiamento. Vogliamo discontinuità anche nella coalizione. Fa specie vedere persone che hanno portato alla sconfitta ancora in prima fila a sorridere di fronte ai fotografi. Gli stessi ripropongono le solite intenzioni, i soliti programmi: tutti retorici, tutti generici, tutti uguali, la solita minestra stracotta che nessuno vuole più mangiare. Di fatto si tenta di riproporre l’identico vecchio modo di interpretare la politica: l’arte del dire e del non dire, del parlare un linguaggio ambiguo che lascia sempre le porte aperte anche ad alleanze con chi oggi mi è contro; l’arte di rassicurare un sistema che desidera che tutto cambi perché nulla cambi. L’antico italico gattopardismo. Titoloni in prima pagina sui quotidiani, fanfare e petali di rosa da parte di molti giornalisti. Liberissimi di farlo. ma a che prezzo in termini di immagine e di credibilità per una coalizione?

Chi per mesi ha lavorato sotto sotto perché le primarie non si facessero ora scende in campo e non solo le accetta, ma, dopo un estenuante e pernicioso tira e molla, essendogli mancata l’acclamazione popolare (che equivale a un’investitura divina nelle odierne teologie politiche che adorano il leaderismo), le esalta come strumento principe di democrazia. Al suo fianco, convertiti sulla via di Damasco, si assiedono quelli che hanno cercato indefessamente, ma inutilmente, un “loro uomo”, meno politicamente vecchio e discusso. Chi aveva debiti di riconoscenza quanto meno umana, ora bellamente li ignora e riesce pure a farsi vedere sorridente. Dirigenti che dovrebbero essere arbitri imparziali della corsa si mettono in posa in prima fila ad elogiare un concorrente piuttosto che un altro. I rottamatori si sono trasformati prontamente in riciclatori.

Che diavolo di competizione è mai questa se le regole valgono solo per qualcuno? Pensavo che la sudditanza psicologica fosse solo presente negli stadi di calcio. Non si può invocare lealtà e trasparenza quando altri se ne fanno beffa. E che dire di chi è partito con largo anticipo con la propria candidatura? Sembra di essere nell’orwelliana fattoria degli animali, dove tutti sono uguali ma alcuni (i potenti cavalli-funzionari del PCUS) sono più uguali degli altri.

Varese2.0 ha lavorato con lealtà per vagliare un’alleanza con un partito politico; ha trovato dirigenti locali con i quali trattare, magari aspramente, ma sempre lealmente e nel rispetto reciproco. Abbiamo chiesto di confrontarci con tutte le correnti interne, e non solo con la segreteria cittadina, in modo che tutti i candidati, o i loro grand-commis, fossero vincolati da una trattativa faccia a faccia. Purtroppo questo ci è stato negato, ed ora ne vediamo le conseguenze. Ora fare rispettare gli accordi sottoscritti diventa più difficile, perché il veterano di mille cariche, da sempre manovriero auspice di ogni compromesso, li contraddice apertamente con le sue dichiarazioni pubbliche.

Per fare chiarezza, riporto alcuni spezzoni dell’accordo che abbiamo firmato: … si esclude la partecipazione alla coalizione di qualunque forza politica – in nome proprio o altrimenti riconfigurata – che abbia partecipato al governo amministrativo della città con le giunte presiedute da Fumagalli e Fontana, nonché dei vari interessi costituiti dei gruppi di potere che tale governo ha attivato. E più avanti si legge: “dopo il responso delle primarie, gli esponenti della coalizione, unitamente al candidato sindaco, valuterannocongiuntamente e in modo trasparente le eventuali ulteriori scelte politiche e programmatiche non previste da questo accordo. In particolare, la presenzadi eventuali altre liste dovrà rispettare sul piano sostanziale e formale loSPIRITO e LA LETTERA di questo accordo, PENA LA DECADENZA DELL’ACCORDO STESSO.

Questo documento è stato firmato da Varese2.0 e PD. SEL non ha aderito – e sinceramente allora non ne ho capito le ragioni. Forse ora le capisco, e i nostri timori riemergono più forti di prima. I politici di mestiere nascondono sempre, alla bisogna, una lama nelle tasche, per colpirti alla schiena, quando non hai più vie d’uscita. Al momento, mi auguro che TUTTI i candidati alle primarie di coalizione abbiano letto attentamente quanto sopra e siano consapevoli di doversi adeguare lealmente. Scherzetti furbeschi e/o interpretazioni ad arte non saranno ammessi…, altrimenti ciao, ognuno per la sua strada.

ELOGIO DEL CORAGGIO CIVICO

. AdamoliDi Giuseppe Adamoli

Le primarie del centrosinistra di Varese si stanno surriscaldando. Davide Galimberti ha il sostegno maggioritario del gruppo dirigente Pd della città. Daniele Marantelli è molto conosciuto per la sua lunga carriera ed è oggetto dell’abbondante incenso della stampa locale. Dino De Simone (anche lui Pd) gode dell’appoggio di frange ambientaliste e di altri retroterra.
Ma voglio sottolineare l’attaccamento alla città e il coraggio di Daniele Zanzi, il candidato di Varese 2.0, la lista civica alleata al Pd. Non è stata per loro una scelta facile, tutt’altro, andare da soli sarebbe stato più agevole. La pura testimonianza ha un suo fascino. Dovremmo tutti essergli grati perché questa coalizione, più la lista del “sindaco”, è il solo modo per vincere a Varese.
E’ un partner difficile questo movimento civico? Hanno un modo di fare inusuale per la politica di cui non parlano lo stesso linguaggio? Se fossero come un partito sarebbero poco utili e non porterebbero nessun valore aggiunto. Invece rappresentano un elettorato esteso, diverso, diffidente e possono raccogliere un ampio consenso. Nell’amministrazione della città sarebbero un fattore di reale cambiamento.

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