Strategie per la crescita culturale della città
(2016-2031)
Trascurare la cultura come è avvenuto a Varese nel venticinquennio leghista ora avviato a un corrusco tramonto, è stata una scelta insensata.
In un sistema economico dominato dalla conoscenza, la cultura come attività creativa, produttiva, divulgativa e formativa diffusa è uno dei massimi fattori strategici per lo sviluppo economico e sociale di un territorio, per la crescita personale e la qualità della vita. La cultura è fonte di ricchezza, quale che sia il senso che diamo a questa parola.
Occorre investire nella cultura in un orizzonte di medio e lungo termine: il territorio varesino quale vogliamo sia nel 2030.
Migliorare l’offerta immediata di «eventi» è importante ma non è decisivo per il futuro della città. È a strutture permanenti che dobbiamo pensare. I pochissimi progetti dell’amministrazione uscente – in particolare il Masterplan di piazza Repubblica e la destinazione di Villa Mylius – vanno radicalmente rivisti o abbandonati, e sostituiti da una visione che coniughi opportunità e bisogni.
La via maestra consiste nel promuovere e realizzare istituzioni e infrastrutture innovative, tali da cambiare il volto di Varese e del suo hinterland. Questa strategia va sostenuta con flussi mirati di investimenti, pubblici e privati, che recuperino edifici, parchi o pezzi di territorio da ridestinare alla produzione e all’intrapresa culturale.
Varese non è una città di giovani né per giovani. Investire in cultura significa investire sul loro futuro. Il Comitato Varese 2.0 crede in una città che anche grazie all’intraprendenza culturale ringiovanisce sul piano demografico, intellettuale e civile e si libera finalmente della sua mentalità provinciale.
Gli investimenti in infrastrutture sono il pilastro della Varese futura.
- La Biblioteca civica nella sede di via Sacco verrà arricchita da una sezione plurilingue e nella saggistica, e avrà una nova sede multimediale nell’edificio ristrutturato nella Caserma, destinata alla consultazione di e-book, siti scientifici e universitari, consultazione di libri, riviste, bibliografie e archivi on line, nonché film, composizioni musicali e quant’altro sia reperibile in internet. In parallelo andranno accresciute e meglio servite le sale studio.
- Con gli anni vanno recuperati a funzioni culturali il Castello di Belforte, l’ex Seminario di Masnago, i Broletto e gli antichi cortili del centro, Palazzo Estense, Villa Tamagno, il compresso dell’ex Ospedale Psichiatrico a Bizzozzero, villa Recalcati, alcuni edifici di archeologie industriale (a partire dall’ex Macello), e alcune scuole in disuso,
- Le ville Mylius, Toeplitz e Baragiola devono divenire poli culturali di prima grandezza.
- Va acquisito almeno un edificio di grande pregio che possa ospitare un Museo del Liberty.
- Gli edifici dell’ex Collegio Sant’Ambrogio vanno mantenute per riportare almeno una parte delle attività universitarie, specie quelle rilevanti per tutta la città.
Lo scopo di questi recuperi è di potenziare anzitutto le opportunità formative a disposizione della città. Pensiamo a un circuito di nuova concezione di musei didattici (la storia della città dal ‘700 ai giorni nostri; la storia della produzione e dell’economia di Varese e provincia; la Storia delle Scienze e delle Tecniche con particolare attenzione agli apporti locali, e altro ancora). Pensiamo a un decentramento di eventi culturali che investa le periferie; il recupero di questi spazi andrà destinato alle attività associative e ricreative, alle espressioni culturali amatoriali e alla divulgazione popolare.
La città potrà ospitare tre nuove e originali istituzioni di alta formazione: un’Accademia del Paesaggio; un’Accademia per le espressioni artistiche e visuali contemporanee; un’Accademia delle Musiche contemporanee.
La principale risorsa della città sono i parchi, pubblici e privati. Essi andranno inclusi a pieno titolo nei percorsi culturali, didattici e turistici della città. Le architetture del Campo dei Fiori devono rientrare in questi percorsi con interventi tanto urgenti quanto opportuni. Vanno allestiti altri parchi naturali attrezzati e protetti: il PLIS della Bevera e un parco tra Calcinate del Pesce e Capolago, da imperniare se possibile su un Acquario Lacuale inedito in Italia.
Vanno valorizzate e sostenute alcune eccellenze: la Cittadella delle Scienze; il Premio Chiara; Filmstudio ’90; Esterno Notte; Convergenze; Corti/Sonici; Stagione Musicale; Musica nelle Ville; Microcosmi.
L’offerta di eccellenze potrà essere ampliata nel corso del tempo in riferimento alla storia della città, ai ruoli dell’università e all’esistenza di competenze in grado di varare nuove rassegne. L’alta divulgazione dovrà unirsi a eventi originali che distinguano la città in sede nazionale o internazionale.
Infine, il rilancio del Sacro Monte verrà anzitutto dalla sua restituzione ai valori spirituali che gli sono propri, meglio se reinterpretati alla luce delle culture contemporanee, religiose e laiche.