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Il povero PGT di Varese è stato dichiarato orfano! Alla scadenza elettorale per il rinnovo dell’amministrazione comunale varesina lo strumento principe per il governo dello sviluppo della città è ripudiato da tutti, compresi il padre, la madre e i parenti sino all’ennesimo grado. Figlio di nessuno? Triste destino per un infante concepito dalle manipolazioni alchemiche di un apprendista stregone nell’oscurità di una cantina. Presentato come cigno, il PGT si è rivelato un groviglio di inutili pezzi disorganici incapaci di attivare il sistema città, di favorire iniziative dinamiche, dimostrandosi freno per l’impresa, decretando così l’impoverimento della città. Eppure, poco prima del “parto”(dicembre 2013), le organizzazioni imprenditoriali e gli ordini professionali di settore evidenziarono i vizi contenuti nella proposta: “…Il PGT appare incapace di immaginare una città diversa da quella che c’è. Sembra volere difendere lo status quo. Conservativo, insomma, e senza un disegno di città” , ma la blindatura apposta dall’amministrazione comunale impedì i miglioramenti auspicati dagli specialisti. In tre anni di “s-governo del territorio” e di ricadute rovinose sulla socialità varesina sono state bruciate oltre mille attività produttive e alcune migliaia di lavoratori hanno perso l’occupazione. Diecimila residenti hanno abbandonato Varese.

Alcuni giorni fa si è rinnovata la denuncia dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili di Varese e degli Ordini provinciali degli architetti, degli ingegneri e dei geometri: ”Era un’occasione storica, dopo ventiquattro anni di stabilità politica, e invece è arrivato un Pgt che non condividiamo”…” Nella fase propedeutica alla sua adozione e approvazione siamo stati sentiti, ma non ascoltati”…” Vogliamo conoscere l’idea di città dei candidati sindaci e non sentire slogan”. Asserzioni, queste, che evidenziano il bisogno vitale di discontinuità e di serio rinnovamento.  Queste argomentazioni sono le stesse che VARESE 2.0 raccolse nel volumetto “SEMI DI CITTA’”, prodotto lo scorso anno in occasione di un altro grande pasticcio dell’amministrazione comunale: il Masterplan di Piazza Repubblica e il conseguente inutile concorso. Per VARESE 2.0 fu l’occasione per raccogliere e valutare le voci della città e tracciare percorsi possibili di rinascita. Non abbiamo elaborato solo teorie ma realistiche possibilità d’intervento: la visione per il futuro possibile di Varese, capace di incedere e progredire nel rispetto dell’ambiente e delle istanze dei cittadini, riprendendo il discorso iniziato cento anni fa dai nostri maestri e ignobilmente interrotto negli ultimi decenni.

Ora, alla scadenza elettorale, i responsabili di questo disastro annunciano senza vergogna: il PGT è da rivedere! Ci pensiamo noi. Non c’è limite alla follia e al raggiro. I varesini dovrebbero affidare la cura dei loro mali agli stessi fautori dell’epidemia?

Competenza e buone pratiche sono l’emblema delle donne e degli uomini che animano VARESE 2.0, ed è con questo spirito responsabile che il Movimento intende proseguire il lavoro iniziato dai maestri, collocandosi in quel solco, raccogliendo le loro matite per riprenderne il magistero in altri brani dell’ambiente urbano.

Angelo Del Corso , architetto, candidato del Movimento Civico #Varese 2.0, lista Zanzi