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Project financing, in italiano finanza di progetto, indica una tecnica di finanziamento applicata tipicamente a progetti infrastrutturali che in virtù di un’elevata prevedibilità dei ricavi possono essere “bancabili” nonostante l’ampio lasso di tempo (anni) che intercorre tra la data di inizio del progetto e quella in cui esso comincia a generare flussi di cassa.

Esempi tipici di questi progetti sono strade, ferrovie, talora impianti di generazione elettrica e naturalmente… piscine e campi di tennis.

Prima di chiederci il perché di questa popolarità in politica di una parola apparentemente così tecnica, vale la pena di leggere quanto scrive l’Istituto Bruno Leoni in un recentissimo articolo (‘Infrastrutture: privatizzare i profitti ma anche le perdite’. BRE-BE-MI e le altre “grandi opere”’ di Francesco Ramella) che analizza la disastrosa (per le tasche dei contribuenti) esperienza della BRE-BE-MI. Non è questa la sede per analizzare i numeri della BRE-BE-MI e nemmeno quella per estendere l’analisi ad un’esperienza a noi molto più vicina come quella della Pedemontana, anche se la tentazione sarebbe molto forte…

Vogliamo invece concentrarci su alcuni dati che riguardano un vastissimo campione di progetti di questo genere (258, realizzati in 20 nazioni e 5 continenti). Secondo lo studio citato nell’articolo (Flyvbjerg, 2003): a) lo scostamento medio tra preventivo e consuntivo oscilla tra il 20.4% (strade) ed il 44.7% (ferrovie e metropolitane); b) un solo progetto su 10 viene completato nel rispetto del budget iniziale; c) per i progetti ferroviari l’utenza reale risulta in media pari al 39% di quella stimata in fase progettuale.

Le conclusioni sono del tutto evidenti. “La non casualità degli errori con la netta prevalenza di quelli che, nella fase di decisione, determinano un bias, ovvero un pregiudizio positivo a favore della realizzazione delle opere […]” rende “quindi ragionevole ipotizzare che non di errori si tratti ma di scelte intenzionali da parte di pianificatori, decisori e promotori volte a favorire l’approvazione ed il finanziamento delle infrastrutture”. In parole povere si mente sapendo di mentire.

E qui forse qualche indizio sulla popolarità del project financing tra la classe politica cominciamo ad averlo. Ma la vera chiave della popolarità di questa tecnica è la sua (apparente) gratuità per i bilanci pubblici. Devo costruire lo stadio? Project financing! Mi manca una tangenziale? Project financing? Devo ristrutturare piscine e campi da tennis? Project financing!

Insomma si lancia il progetto, lo si inaugura tre o quattro volte giusto per essere sicuri che gli elettori si ricordino il politico che ha ‘donato’ alla cittadinanza la preziosa opera pubblica e poi, quando ci si accorge che i ricavi non ci sono, si fanno regali agli imprenditori politicamente connessi e si alzano le tasse ed il debito pubblico.

Venendo al nostro caso specifico sembrerebbe quindi che una “cordata” (termine anche questo ormai inflazionato…) avrebbe presentato un piano che prevede un investimento di oltre 2 milioni di euro finalizzato alla ristrutturazione e alla successiva manutenzione ordinaria e straordinaria di un polo sportivo che comprende Palaghiaccio e Tennis Club Le Bettole. Tale piano, inutile dirlo, prevede che venga promosso un bando per il project financing (“Polo sportivo, c’è il progetto”).

Sorvolando sul fatto che tali progetti abbiano una strana tendenza a palesarsi nel periodo elettorale, è curioso che mentre per anni l’assegnazione della gestione degli impianti comunali sia risultata a dir poco complessa ed il precedente bando sia andato deserto, ora improvvisamente si manifesti un progetto di tale portata.

Ciò non vuol dire rifiutare a priori un progetto potenzialmente utile per la città ma significa invece affermare sin da ora che qualsiasi iniziativa che prevede l’uso di risorse o di strutture pubbliche deve essere gestita in modo pienamente trasparente. Nessun progetto rilevante può essere intrapreso senza una seria analisi costi/benefici.

In particolare nel caso di progetti finanziati con la tecnica del project financing è indispensabile definire in anticipo su chi (investitori privati, banche o comune) graveranno eventuali perdite qualora i ricavi dovessero rivelarsi inferiori alle attese (ipotesi tutt’altro che remota come evidenzia lo studio citato).

Varese 2.0 ha posto al centro della sua proposta politica l’attenzione ad una gestione oculata delle risorse pubbliche. Se il 5 giugno i varesini  concederanno fiducia al Movimento civico nemmeno un euro delle loro tasse verrà sprecato.

 

* Candidato al Consiglio Comunale per il Movimento civico #Varese 2.0, lista Zanzi